Gli anni del Boom

Foto di Omero Vaghi

Presidente FISI dal 1970 al 1976. Commissario dal 1987 al 1988.

Omero Vaghi, milanese di grande personalità e prestigio che, dopo le dovute esperienze a livello regionale e nazionale come vice presidente, si trova ad assumere la presidenza nazionale in un periodo complicato di avvicendamento tra la dirigenza e i comparti tecnici.

Pensava di lasciare i suoi incarichi nel 1970 ed invece accettò di prendere in mano le redini federali lasciate da Fabio Conci, costretto a sorpresa a farsi da parte. E poi confermò il suo impegno fino al 1976 guidando la Federazione nel periodo d’Oro delle Olimpiadi di Sapporo 1972 e Innsbruck 1976.

Negli anni di sviluppo turistico e del boom e quelli dell’evoluzione tecnica dello sci alpino tra le gestione di Jean Vuarnet e Mario Cotelli. Quelli delle medaglie, delle Coppe, dei successi in più discipline. Quelli del triste episodio della deprecabile esclusione delle sciatrici dall’Olimpiade in Giappone e quelli della rinascita dei settori femminili che con fatica riuscirono a raggiungere una dignità più appropriata.

All’inizio del suo secondo mandato diceva:

“Gli sport invernali sono una realtà economico-sociale che fa parte integrante del patrimonio nazionale in virtù anche del fenomeno agonistico e della sua evoluzione tecnica.”

Favorì la divulgazione delle tecniche delle varie discipline attraverso pubblicazioni e il magazine federale; insieme al Coni si adoperò per la collaborazione con i Maestri di Sci e quella con il mondo della Scuola. Con discrezione e poco clamore creò la dimensione moderna della Federazione e diede impulso al lavoro degli Sci Club e dei Comitati di zona.

S’impegnò per la crescita dei giovani e, come detto, delle ragazze in particolare. Ma pure dei Giudici di gara e dei settori ricerca e sviluppo. Vide la crescita del Pool, agli albori di quello che oggi è il marketing sportivo.

Portò la FISI nelle Commissioni FIS e al centro di una grande realtà internazionale. Interpretò il suo ruolo con discrezione e fermezza dando prova di grande managerialità e generosa passione.

Quando Arrigò Gattai divenne Presidente del Coni, tornò in Federazione con il ruolo di Commissario nei primi anni strepitosi di Alberto Tomba.

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